Messaggera
“L’arte ambientale di Anne de Carbuccia”.
Anne de Carbuccia è un environmental artist franco-americana, vive a Milano dove - dopo aver viaggiato per anni nei luoghi più estremi del pianeta - ha scelto di aprire la sede italiana di Time Shrine Foundation.
Rifletto sulla sua arte generosa e necessaria in occasione della visita a One, One Planet One Future la mostra che, fra gli echi della Design Week, mi porta con determinazione dolce in un angolo di silenzio in cui sorgono d’obbligo domande sulle azioni di noi “specie evoluta” a scapito di altre specie che spariscono con un ritmo di 50 ogni giorno.
Cancellazioni di vita silenziose come sabbia nelle clessidre di Anne.
Le sue opere sono il risultato di 3 anni di esplorazioni e di migliaia di miglia percorse sull’intero pianeta.
Resto ammirata da un’azione artistica, antropologica e devozionale che mi immerge in una prospettiva spaziale e semantica larga e anomala.
Mi trovo così in un luogo della mente, meglio dello spirito, in cui l’artista mi offre - e mi sottopone - immagini di una madre bellissima e sofferente.
È questa vulnerabilità messa in luce che mi scuote nel profondo, che fa appello sì alla mia sensibilità estetica, ma mi riporta a una sensibilità più ampia. Collettiva.
Anne, quasi fosse guardiana della sopravvivenza di tanta meraviglia
mi riporta tracce a memoria della bellezza di r’ta: l’ordine cosmico, l’esatto funzionamento di tutte le cose, cui dovrebbero attenersi dei e uomini.
Ho l’impressione che l’arte di Anne si riveli, come fa la natura, se son disposta a fermarmi e volgere lo sguardo in profondità.
Un tempo necessario affinché si instaurino la fiducia e il clima in cui un dialogo possa avvenire. Con me e con un pubblico che - proprio per la natura dell’opera - non può limitarsi alla fruizione, ma quantomeno tendere a una trasformazione coscienziale foriera di cambiamenti.
A uno sguardo profondo, dicevo, emerge una dimensione intima dell’opera dove alla denuncia calma si affianca una silente preghiera. Su altari fatti di niente nel mezzo di lande, ghiacciai e nature.
Mi riavvicino cosi per tramite quest’opera – con umiltà a quella Grande Madre che abbraccia tutte le cosmogonie e chiama sempre - con voce quasi muta - e parla alle orecchie del cuore di chi come Anne de Carbuccia ha cuore sensibile, audacia nel carattere e animo d’artista.
Di Cinzia Chitra Piloni
Milano, marzo 2017