Come trovare il 18° cammello

Come trovare il 18° cammello

L’Universo è fatto di storie,non di atomi.

M. Ruckeyser

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Scegli che storia scrivere di te, poi collabora con l’imponderabile!

 

Una volta mi chiesero di immaginare il mio funerale,ero molto giovane e trovai crudele la richiesta. Poi mi accorsi che pensare alla fine determina sia il primo passo sia la qualità del viaggio e allora ho cominciato a lavorare sul mio carattere e sulle mie potenzialità per poter arrivare a destinazione a modo mio e per poter dire alla fine del viaggio: ho imparato un sacco di cose, è stata una straordinaria esplorazione, mai avrei immaginato tanta ricchezza nel paesaggio nei panorami negli usi e costumi nei popoli ..quanta meraviglia!

Io cerco, cerco di essere autrice del libro della mia vita e non sempre riesco come vorrei, ma consapevolezza scelta responsabilità son diventate care compagne di viaggio e hanno definitivamente allontanato lamento se fosse non posso farci niente. E questo non va in contrasto con le mie frequentazioni indiane in cui abbandono al divino al maestro o al guru son parti intrinseche dell’insegnamento. Paradossi fra cui crescere.

Così cerco costantemente di scrivere la mia storia, migliorando quelle parti di me che ancora non mi permettono di essere “il personaggio da favola” che vorrei. Amo le storie e scrivere la mia mi fa comprendere un po’ di più chi sono, mi fa espandere.

Le storie compongono il nostro immaginario, sono le mura di una magica città dove tutto è possibile, e dentro cui noi facciamo vivere elfi, cavalli alati, eroi, mostri, draghi e principesse.

Sono le storie a scandire i confini della nostra immaginazione, quando riusciamo a conoscere, ricordare e abitare quel regno le nostre possibilità (ciò che diventa possibile realizzare) si moltiplicano.

Le storie ce le ricordiamo perché parlano con il linguaggio delle immagini, la lingua chiara del mondo.

Così,mentre un trattato teorico (o un saggio)sollecita il nostro degnissimo emisfero razionale, inusitati gatti con gli stivali o improbabili cocchi fatti di zucca, dialogano facilmente e direttamente con il nostro emisfero creativo e si appoggiano con naturalezza nelle nostra memoria e lì stanno indelebili.

I grandi maestri spesso raccontano storie. Forse anche voi avete sentito parlare di uno fra questi – abbastanza famoso di cui ancora si ricordano delle storielle brevi colme di insegnamenti che a lui piaceva chiamare parabole. E pensare che son passati più di duemila anni!

Ci sono storie alla base della nostra educazione, storie su cui si fonda la nostra cultura, storie che discendono dalla nostra famiglia e dall’ambiente in cui siamo nati, ma c’è anche e soprattutto la storia che noi possiamo scegliere di scrivere.

Per farlo possiamo iniziare riconoscendo i nostri talenti ..almeno tre per iniziare.

Io per farlo ho cominciato – ma è solo una possibilità – da ciò che dicevano di me le persone che amavo e stimavo.

Poi possiamo procedere definendo quale è il personaggio l’eroe che conosciamo – o che ancora non esiste – che meglio incarna la massima fioritura di quel talento che abbiamo deciso di esplorare e scrivere la nostra storia in prima persona come se noi fossimo già l’eroe di quel romanzo d’avventura e il coraggioso che parte per un viaggio.

Se siamo noi a assegnarci un ruolo è più facile viverlo, con tutto l’impegno del caso, più arduo quando la parte che ci è stata assegnata nella vita non l’abbiamo decisa… ci siamo trovati lì e nemmeno sappiamo come è successo. Chi ha deciso per noi?

Vi vorrei far dono di una storia, che amo molto, e che sicuramente avrete già sentito da qualche parte, ma non so se capita anche a voi, ci son dei libri dei film e dei racconti che ogni volta che li rileggiamo rivelano un particolare che era rimasto nascosto alla lettura precedente. A me succede col colibrì.

Un giorno come tanti, in una foresta africana, per l’eccessiva calura scoppia, all’improvviso, un incendio.

E tutti gli abitanti,terrorizzati come non mai prima, leone in testa, che pomposamente si fregia del titolo di “re”, si danno subito alla fuga, pur di non correre il rischio di morire arrostiti tra le fiamme.

L’unico a non fuggire è un piccolo colibrì che in volo, con una goccia d’acqua nel suo becco, non solo non si allontana ma penetra all’interno della fitta vegetazione con l’intento di riuscire, se ce la fa, a spegnere il fuoco che divampa. semplicemente portando dal lago vicino una goccia d’acqua nel suo becco e facendola cadere sulle vigorose fiamma.

Il leone allora che, da lontano, intanto osservava la scena, si rivolge con sarcasmo baldanzoso all’uccello e gli dice:

Ma cosa credi di fare? Non vedi che tutta la foresta è in fiamme ?”. cosa credi di fare con una goccia d’acqua del tuo becco

E il colibrì, senza smettere di fare il suo lavoro, serissimo ,e tranquillo di rimando, risponde :”io? Faccio la mia parte”.

PRATICA

Individuate almeno tre vostri talenti. Poi scrivete una storia in cui voi siete l’eroe e in cui impiegate per la riuscita dell’impresa i vostri talenti.

MI RACCOMANDO! Ricordatevi di stabilire quale è il premio che vincerete quando sarete arrivati alla fine del racconto: quando cioè avrete compiuto con successo l’impresa cui siete chiamati!

Se non vi sentite abili scrittori potete cominciare con l’individuare personaggi di storie, avventure, film , romanzi già esistenti che incarnino i vostri talenti.

La nostra mente non solo ricorda ma intreccia le trame e gli orditi della nostra vita per farne una storia singolare solo nostra che ha il profumo delle nostre esperienze e i sapori delle torte delle nostre nonne. la mia sa di amatene sotto spirito e di uva regina affogata nel brandy e di quell’odore singolare che aveva impregnato il cassettino della madia della sua vecchia cucina.

Il paradosso sta in parte nell’essere autori della propria vita e in parte nell’essere aperti a collaborare con l’imponderabile! Che mette in sceneggiatura quella parte che noi non avremmo mai neanche osato immaginare!


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